IL SANTUARIO
(dal sito internet del santuario www.madonnadellacorona.it)
CENNI SULLA
STORIA DEL SANTUARIO
Santuario della
Madonna della Corona che sorge su Monte Baldo, in Diocesi di
Verona,è forse uno dei più caratteristici, sia per
l’originalità del paesaggio che lo circonda, sia anche per la sua
storia. Viene detto “della Corona”, perché anticamente era
chiamato “
E’
costruito su un angusto spiazzo naturale che si trova in parte sporgente ed in
parte incavato su di una parete di roccia cruda a picco, e che si drizza
sull’abisso per circa
Viene naturale
chiedersi: come
Quale fatto
può aver motivato la determinazione di confrontarsi
così con la roccia, ad attaccarsi ad essa.
E’ cosa
risaputa che nel Medio Evo la natura selvaggia attirò animi desiderosi e
bramosi di solitudine, e che gli eremitaggi sorsero nei luoghi più
impervi, mai però come questa roccia a picco. Perché fu scelto
proprio questo luogo così inaccessibile?
Cammino verso il
Santuario
Per chi scende
dalla “Stella Alpina”,
Dalla
“fontana” subito dopo Spiazzi, inizia una lunga teoria di
scalinate che vanno fino alla “Croce vecchia” e quindi al
“Ponte del Tiglio”, nella vertiginosaspaccatura scavata da un
torrente; da qui si risale verso il Santuario percorrendo la “Via
Matris”, tutta aggrappata alla parete rocciosa, che a picco si eleva
sulla valle.
Da Brentino in Val
d’Adige si snoda lungo il costone del monte Cimo
“l’antico sentiero del Pellegrino”, che si percorre soltanto
a piedi. Tratti di terreno battuto si alternano a rampe di gradinate; gli
scalini lungo il tragitto sommano 1540. E’ la via più ardita, ogni
anno è percorsa da decine di migliaia di pellegrini
ll Santuario
Madonna della Corona è il Santuario diocesano di Verona
E’ aperto
tutto il tempo dell’anno ed è una delle località più
suggestive dell’alta Italia è a mt. 774 sul mare, a strapiombo
sulla valle dell’Adige dista km 1,5 da Spiazzi, km 20,2
dall’autostrada del Brennero casello di Affi, km 38 da Peschiera e km 44
da Verona.
IL
SANTUARIO
La primitiva chiesetta santuario era di
modeste dimensioni situata ad alcuni metri sotto il livello dell’attuale,
copriva una superficie poco più larga di una stanza. Questa cappella fu
inaugurata nel 1530 dopo la famosa storica visita alla Corona del Vescovo di
Verona, Mons. Gian Matteo Giberti, avvenuta il 10 maggio 1530.
A partire da quel tempo si susseguirono numerosi interventi per ricavare in
questo luogo molto ristretto e difficile da raggiungersi, un ambiente adatto
(una chiesa Santuario) ad accogliere i pellegrini che sempre più
numerosi sono accorsi per onorare la famosa Pietà, “Mater dolorosa”,
Madonna Addolorata della Corona. Ognuna delle opere intraprese ha sempre
richiesto interventi pazienti, audaci e protratti nel tempo. Fino al 1922, anno
in cui fu inaugurata
La nicchia e l’altare furono
completamente trasformati. Il 20 gennaio nell’anno santo 1975 si diede
inizio ai lavori per la realizzazione di un progetto di ristrutturazione e ampliamento
riguardante tutta la fabbrica del Santuario in quanto le strutture portanti
versavano in precarie condizioni. Con il lavoro di alcuni anni si arrivò
alla configurazione attuale. Il lavoro più lungo e delicato fu
determinato dallo scavo in roccia per consentire l’ampliamento(da 220 mq.
di superficie si passò a 600 mq): la lunghezza della chiesa è di
mt. 30 e la larghezza di mt. 20, l’altezza della Cupola è di mt.
18). Il nuovo Santuario fu consacrato il 4 giugno 1978 e il completamento della
ristrutturazione fu portato a termine in occasione della visita apostolica del
Papa Giovanni Paolo II il 17 aprile 1988. L’interno della chiesa ora si
presenta a forma di croce latina affiancata da due navate laterali, al centro
della crociera è collocata l’area presbiterale. Sull’asse
verticale si susseguono i segni liturgici più importanti: l’aula
per l’assemblea, l’ambone, l’altare, la sede, il tabernacolo,
la statua della Madonna; questi segni sono ben visibili e comprensibili a tutti
fin dal primo sguardo.
Guida ai luoghi
più interessanti
La cappella
è costituita da due parti comunicanti: la più alta è
riservata all’aula per l’accoglienza dei penitenti, mentre nella
parte più bassa sono disposte le nove stanze dei confessionali.
La cappella o
aula penitenziale è preceduta da un piccolo atrio sulle cui pareti si
leggono dei messaggi che indicano la finalità dell’ambiente a cui
si accede. Sopra la porta d’ingresso spiccano le parole evangeliche di
Gesù “Convertitevi e credete al Vangelo” (Mc. 1,15). E a
fianco dell’entrata: “Non aspettare a far ritorno al Signore, non
differire di giorno in giorno la tua decisione” (Sir 5,7) e ancora:
“Fratelli, vi scongiuriamo nel Signore, lasciatevi riconciliare con Dio”
(“ Cor 5,20). “Ecco ora il momento favorevole ecco ora il giorno
della salvezza (“ Cor 6,1). “Dio ci ha riconciliati con sé
mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione”
(“ Cor 5,18).
Sempre
nell’atrio è esposto un grande crocifisso con ai lati due brani
tolti dalle lettere di san Paolo che rivelano il piano divino di salvezza (Ef.
1,3-5.9-10) realizzato in Cristo nelle diverse tappe del suo mistero (Fil
2,5-11).
All’interno
l’aula penitenziale che ha una capacità di circa 80 persone,
è convergente verso la statua “Ecce Homo”, esposta in
nicchia sulla parete di fondo, con ai lati due angeli oranti, opere eseguite in
marmo bianco di Carrara, a grandezza naturale. La cappella delle Confessioni
è uno dei polmoni del Santuario. Nell’itinerario suggerito ai
pellegrini è la prima tappa all’arrivo al Santuario per la sosta
di purificazione e di riconciliazione; uno dei luoghi dove si realizza
l’incontro misterioso con Dio che parla al cuore dell’uomo, e con
Cristo che trasforma la vita. Durante la stagione invernale
L ' abside della
Basilica
L’abside o
parete finale del Santuario è di una originalità singolare, si
presenta tutta in roccia viva ottenuta tramite lo scavo eseguito nel duro
macigno montebaldino ....
Le sue dimensioni sono imponenti: una superficie
larga mt. 7,50 e alta mt. 12,50; il colore
prevalente è bianco avorio con numerose sfumature rosee, la forma
è arcuata con incavo quasi a formare una grotta naturale.
Al centro di questa paret e rocciosa sono
aggrappati alcuni elementi per il supporto e il contorno d’onore della
statua della Madonna della Corona Tutto l’insieme degli elementi, la
corona di Spine e i cinque gruppi di Angeli, fa convergere l’attenzione
sulla piccola statua. Dalla corona di spine e dagli angeli promana un doppio
ordine di raggi.
L’insieme dell’opera d’arte
è finalizzato a far convergere lo sguardo di chi osserva sulla piccola
statua sorretta da un piedistallo incuneato tra le spine, sul piedistallo sono
visibili le parole “Ecce mater tua” – Ecco tua Madre. Con
queste sculture absidali si è voluto mettere in risalto che
l’amore misericordioso è circondato dalla sofferenza della
passione e dal dolore (corona di spine) ed è destinato a portare nella
gloria futura, dal dolore alla gioia, dalla passione alla resurrezione, dalla
terra al cielo. “Io ritengo infatti che le sofferenze del momento
presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere
rivelata in noi” (Rm 8,18).
Gli angeli, che contemplano con stupore il segno
dell’amore misericordioso di Gesù che ha dato la vita per la
salvezza del mondo, sono gli angeli che preannunciano colui che risorge, che
salito al cielo verrà alla fine del mondo; sono gli stessi angeli che
convocheranno tutti gli uomini dai confini della terra, per il giudizio finale
del Figlio dell’uomo.
Sacellum
Pietatis
Dal piazzale
antistante
Coloro che sono
venuti al Santuario della Corona prima del 1975 ricordano che all’esterno
sulla fiancata sinistra dello scalone che porta alla Chiesa, si trovava
Durante i lavori
di ristrutturazione fu trasportata all’interno dell’edificio sacro
e collocata (1991) a fianco della Cappella delle Confessioni, per
caratterizzare e valorizzare maggiormente i suoi contenuti penitenziali.
L’ingresso è segnalato a metà della parete sinistra della
Cappella della riconciliazione da un portale con incise le parole “Scala
Santa”.Sopra questo portale fa da cornice un grande arco in marmo con
sculture ornamentali in rilievo, anticamente tale arco delimitava la parte
più alta dell’altare maggiore del Santuario sopra la nicchia della
Madonna.
Modo di salire la scala Santa :
-
dopo aver intinto l’acqua santa si fa il segno di croce;
- si
salgono i 28 gradini in ginocchio;
-
con grande raccoglimento si medita e si prega sulla passione di Gesù
Cristo:
•
il sudore di sangue nell’orto
•
la flagellazione
•
la coronazione di spine
•
il viaggio al Calvario
•
la crocifissione e morte di nostro Signore Gesù Cristo.
Il Santuario è :
• E’ un luogo
sacro che naturalmente invita alla
preghiera ed alla riflessione
• E’ una meta da gustare con
una sosta prolungata e tranquilla
• E’ una
testimonianza vivente
di fede e di religiosità popolare
COSA TROVA IL
PELLEGRINO AL SANTUARIO
La Via Matris: i 7 capitelli dedicati ai dolori della Beata Vergine
Maria, iniziano dal Ponte del Tiglio e arrivano davanti al Santuario.
Il Santuario: è il luogo Sacro riservato per la celebrazione
dell’Eucaristia e alla venerazione della Beata Vergine Maria Addolorata.
Al centro dell’abside è esposta la famosa statua della Madonna
della Corona.
Il Fonte Battesimale: è il luogo per la rinnovazione delle
promesse del Battesimo, si trova nel Santuario a sinistra dell’altare.
La fotografia
della Sindone: è la riproduzione in negativo a grandezza naturale delle due
parti facciale e dorsale della Sindone di Torino, è esposta nella navata
sinistra del Santuario.
La rassegna
“Mater Dolorosa”: è l’esposizione di 80 statue della
Pietà, tra le più venerate nel mondo. Per accedere si passa sotto
lo scalone del Santuario.
Il Sepolcreto
degli Eremiti: è il luogo dedicato alla preghiera di suffragio per i defunti
che attendono la resurrezione. Sono visibili in urne di vetro i resti mortali
di alcuni eremiti, vissuti alla Corona. Per accedere si passa sotto lo scalone
scendendo al piano sotto quello di arrivo.
Il
“Sacellum Pietatis”: indica il luogo dove secondo la tradizione fu
trovata la statua della Madonna della Corona il 24 giugno 1522. E’ nel
giardino del Santuario..
L '
Ospitalità
• Porticato coperto per sosta all’arrivo o alla partenza
del pellegrinaggio e per riparo in caso di maltempo.
• Due sale per incontri o conferenze (150 posti), al piano
1°, disponibili sia al mattino che al pomeriggio del pellegrinaggio.
• Una sala per pranzo al sacco (80 posti), al piano terra;
inoltre sono a disposizione dei pellegrini tavoli con sedie all’aperto.
• Una sala Bar, piano terra.
• Un salone Ristorante per comitive e singoli (400 posti) con
inclusa una saletta riservata per piccoli gruppi (30 o 40 posti), piano terra.
• Il soggiorno alberghiero per gruppi, famiglie e persone singole
(9 delle 41 tanze sono attrezzate per accogliere portatori di handicap).
Telefono : 045.6247082
Fax :
045.7220090
Email : info@stellaalpinahotel.it
CAMMINO VERSO IL SANTUARIO
• Per
chi scende a piedi da Spiazzi
a
Le 15 stazioni
della “Via Crucis” sono indicate da gruppi in bronzo che descrivono
la scena stazionale. E’ il modo più appropriato per prepararsi
alla visita al Santuario dell’Addolorata.
• Per
chi scende in pulmino: raccogliersi in preghiera davanti al “Cristo
Risorto” sul piazzale prima della Galleria e da lì iniziare la recita
del rosario.
• Per
chi sale a piedi da Brentino al Santuario: fare il pio esercizio della
“Via Matris”, iniziando dal Ponte del Tiglio lungo la ripida
scalinata a ridosso dello strapiombo roccioso, con soste in preghiera davanti
ai sette Capitelli che richiamano “i sette dolori di Maria”.
E’ il sentiero che tutti percorrevano prima del 1922, anno in cui fu
scavata la galleria.
VISITA AL SANTUARIO
Dopo il primo tratto di scalinata:
• Sostare
nella Cappella delle Confessioni:
* dedicare un
tempo opportuno per pregare e celebrare il Sacramento della Confessione;
* salire in
ginocchio la “Scala Santa” meditando la passione del Signore:
è un ottimo esercizio penitenziale.
Salire la
gradinata per
• Accedere alla Basilica Santuario:
*
partecipare devotamente alla S. Messa che è il cuore ed il centro di
tutto il pellegrinaggio;
* sostare in
preghiera davanti alla venerata Statua della Madonna della Corona.
“l’Addolorata”;
* rinnovare le
promesse battesimali davanti al fonte del battistero, in Santuario.
AL TERMINE DEL PELLEGRINAGGIO
Dare uno sguardo
alle memorie del Santuario.
• In Santuario fermare l’attenzione su:
* le tavolette
ex voto esposte nella navata destra;
*
l’immagine della Sindone come risulta dal negativo fotografico facciale e
dorsale, in grandezza naturale; si trova nella navata sinistra.
• Sotto
lo scalone visitare :
* il presepio
artistico con statue lignee di notevole grandezza;
* la rassegna
“Mater dolorosa” con ottanta statue dell’Addolorata tra le
più conosciute e venerate nel mondo;
* il
“Sepolcro degli Eremiti” esposti in urne di vetro;
* il
“Sacellum pietatis” nel giardino a fianco del Santuario; è
il luogo dove, secondo la tradizione fu trovata
PERCHE’
E QUANDO SORSE
Tutti, storici, cronisti, divulgatori convengono
nell’affermare che il Santuario è sorto per venerare un antico
quanto famoso Simulacro dell’Addolorata, detto appunto della Madonna
della Corona. Infatti solo dopo la comparsa di questa statua inizia una vera
storia del Santuario; è da allora che il luogo assume un interesse
particolare, e che si narra di schiere innumerevoli di devoti provenienti non
solo dai territori circostanti, ma anche da molto lontano. I pareri diventano
invece discordi quando si tratta di precisare quando e come quella statua
apparve tra le rocce del Monte Baldo, in territorio Veronese. Oltre alla
tradizione comune, che riferisce del comparire prodigioso della Statua il 24
Giugno 1522, v’è un’altra spiegazione che vorrebbe la
presenza della statua come un ex votodonato dai Cstelbarco agli eremiti della
Corona , che già in precedenza frequentavano il curioso sito della
Corona. Attorno a questo Simulacro nacque il Santuario e la devozione verso
l’Addolorata, favorita anche dalla narrazione di grazie particolari
ricevute, dalle origini fino ai nostri giorni.
GLI“EX
VOTO” L’origine del Santuario si confonde con le testimonianze delle
tavolette “ex voto” esistenti presso il Santuario; si tratta di
oltre 160 dipinti, di varie dimensioni, che descrivono in modo popolare, assai
espressivo, la scena di pericolo grave in cui una persona è venuta a trovarsi,
insieme all’invocazione rivolta alla Madonna per ottenere la grazia,
viene accertata attestazione di grazia ricevuta. Le tavolette sono una
documentazione molto interessante non solo da un punto di vista religioso, ma
anche sotto il profilo culturale.
IL SANTUARIO OGGI Dopo la ristrutturazione e l’ampliamento
degli anni 1975/78, il Santuario si presenta al pellegrino con le seguenti
caratteristiche.
All’esterno
la facciata ed il campanile che sono di stile neo - gotico si presentano
incastonati nella roccia, al termine di una scalinata che termina nella viva
selce. All’interno
L’AVE
MARIA DELLA CORONA
O Maria,
non so quando
cominciai a pronunziare il tuo nome.
Non so quanto
tempo impiegai ad imparare l’Ave Maria.
Certamente
doveva esserti meraviglioso ascoltare quelle parole che fiorivano sulle labbra
a formare la prima innocente preghiera rivolta a te con i segni e i sospiri
della mamma. Quanto tempo è passato! Quante cose sono cambiate!
Ma quella
preghiera scandisce ancora i momenti della mia giornata.
Quelle parole,
sempre le stesse, non hanno risentito il logorio del tempo, la monotonia della
ripetizione e, quasi per incanto, me le ritrovo sulle labbra, come allora, a
formare la preghiera della fiducia senza limiti, della semplicità,
dell’abbandono, del rifugio, del ritorno, della consapevolezza,
dell’incontro con il tuo cuore di madre.
E non è
stata una scoperta quando ho constatato che alcuni si rivolgevano a te con le
stesse parole e che altri sapevano pregarti soltanto così.
Piccoli e
grandi, dotti ed ignoranti, in ogni angolo della terra, da sempre, come
attratti da una forza interiore, affascinati dal tuo volto e dalla tua persona,
forse mai visti ma soltanto segnati nel fondo dei loro ricordi, hanno piegato
in ognuna di quelle parole una pagina della propria vita, formando
inconsapevolmente e meravigliosamente un coro che non finisce mai.
E che non si
sperde nell’anonimato, perché tu raccogli ed ascolti quelle parole
ad una ad una, perché tu soltanto sai capire ciò che nasconde ne
ti vorrebbe dire ciascuno di noi.
Forse per
questo mi piace pregarti così! Senza paura di sbagliarmi, o di parlarti
con parole incomprensibili e difficili, o di offenderti forse con sentimenti
vuoti ed insignificanti per la mia vita cristiana e per i tuoi insegnamenti di
madre di Gesù e madre mia.
I SENTIERI PER
IL SANTUARIO
1 -Il Sentiero dalla Fontana di Spiazzi
La prima via ad
essere approntata per raggiungere
Nel 1595 viene
aggiunto a quanto di rudimentale esisteva in precedenza un nuovo ramo di scale
di circa 499 scalini.
Da una famosa stampa fatta incidere nel 1750 si apprende anche in forma visiva
la forma di detto sentiero; alla lettera “F” così recita:
Fontana a capo delle Scalle, e alla lettera “P” scalini dalla
Fontana al Ponte n° 390, dal Ponte alla X.san° 237. Il Ponte è
il famoso Ponte del Tiglio.
In
prossimità della partenza di questo sentiero che inizia a scalinate
dalla “Fontana” , vicino alla Cappella esagonale, sul lato frontale
del primo gradino della scalinata che scende alla Corona si legge : fatta 1636
- rinnovata nel 1843. E subito dopo sul frantale del secondo gradino vi è
scolpita questa dicitura : F. 1636 sc. 728- Rinnnel 1884. Attualmente gli
scalini sono 756.
2 – La nuova strada da Stella Alpina al Santuario
Quando nel 1925
si prese la decisione di costruire sulla sommità del monte, subito dopo
Spiazzi, una casa per l’accoglienza dei pellegrini, denominata
“l’Ospizio”, si giunse alla determinazione di fare un
collegamento con il Santuario mediante un tracciato stradale all’interno
della proprietà privata, in modo da agevolare il percorso dei
pellegrini. Questa strada fu ripetutamente allargata e migliorata anche in
rapporto alla circolazione con vetture. Le migliorie furono apportate
soprattutto in relazione al servizio di trasporto con Pulmino per il pubblico,
e ultimamente in previsione della visita apostolica del Papa, avvenuta il 17
Aprile 1988. Lungo questa strada che parte dal piazzale “Giovanni Paolo
II” fino al piazzale davanti alla galleria furono dislocate a partire dal
1988, le Stazioni della “Via Crucis”, con statue in bronzo a
grandezza naturale, come invito alla preghiera ed alla contemplazione per
quanti si appressano al Santuario.
Alla fine di
questa strada si imbocca
Celebrazioni
della Liturgia