IL SANTUARIO

(dal sito internet del santuario www.madonnadellacorona.it)

 

CENNI SULLA STORIA DEL SANTUARIO

Santuario della Madonna della Corona che sorge su Monte Baldo, in Diocesi di Verona,è forse uno dei più caratteristici, sia per l’originalità del paesaggio che lo circonda, sia anche per la sua storia. Viene detto “della Corona”, perché anticamente era chiamato “la Corona”, a motivo della corona dei monti che lo circondano.

E’ costruito su un angusto spiazzo naturale che si trova in parte sporgente ed in parte incavato su di una parete di roccia cruda a picco, e che si drizza sull’abisso per circa 400 metri. Ai lati stanno due dossi di monti, che si sporgono per un buon tratto in avanti ora rocciosi, ora alberati, costituenti un’ imponente anfiteatro naturale. A mezzo di questa dirupa parete rocciosa si trova una chiesa che sembra aggrappata alla roccia come un nido d’aquila.

Viene naturale chiedersi: come mai un Santuario lassù?

Quale fatto può aver motivato la determinazione di confrontarsi così con la roccia, ad attaccarsi ad essa.

E’ cosa risaputa che nel Medio Evo la natura selvaggia attirò animi desiderosi e bramosi di solitudine, e che gli eremitaggi sorsero nei luoghi più impervi, mai però come questa roccia a picco. Perché fu scelto proprio questo luogo così inaccessibile?

 

 

Cammino verso il Santuario

 

Per chi scende dalla “Stella Alpina”, 300 metri dopo Spiazzi, parte una strada asfaltata che termina in una galleria, scavata nella montagna nel 1922, che immette al Santuario. Questa strada è percorribile a piedi sempre, e nei periodi di maggior afflusso è percorsa anche dal Bus - navetta. Lungo questo percorso si incontrano le stazioni della Via Crucis.

Dalla “fontana” subito dopo Spiazzi, inizia una lunga teoria di scalinate che vanno fino alla “Croce vecchia” e quindi al “Ponte del Tiglio”, nella vertiginosaspaccatura scavata da un torrente; da qui si risale verso il Santuario percorrendo la “Via Matris”, tutta aggrappata alla parete rocciosa, che a picco si eleva sulla valle.

Da Brentino in Val d’Adige si snoda lungo il costone del monte Cimo “l’antico sentiero del Pellegrino”, che si percorre soltanto a piedi. Tratti di terreno battuto si alternano a rampe di gradinate; gli scalini lungo il tragitto sommano 1540. E’ la via più ardita, ogni anno è percorsa da decine di migliaia di pellegrini

 

ll Santuario Madonna della Corona è il Santuario diocesano di Verona

 

E’ aperto tutto il tempo dell’anno ed è una delle località più suggestive dell’alta Italia è a mt. 774 sul mare, a strapiombo sulla valle dell’Adige dista km 1,5 da Spiazzi, km 20,2 dall’autostrada del Brennero casello di Affi, km 38 da Peschiera e km 44 da Verona.

 

 

IL SANTUARIO

La primitiva chiesetta santuario era di modeste dimensioni situata ad alcuni metri sotto il livello dell’attuale, copriva una superficie poco più larga di una stanza. Questa cappella fu inaugurata nel 1530 dopo la famosa storica visita alla Corona del Vescovo di Verona, Mons. Gian Matteo Giberti, avvenuta il 10 maggio 1530.
A partire da quel tempo si susseguirono numerosi interventi per ricavare in questo luogo molto ristretto e difficile da raggiungersi, un ambiente adatto (una chiesa Santuario) ad accogliere i pellegrini che sempre più numerosi sono accorsi per onorare la famosa Pietà, “Mater dolorosa”, Madonna Addolorata della Corona. Ognuna delle opere intraprese ha sempre richiesto interventi pazienti, audaci e protratti nel tempo. Fino al 1922, anno in cui fu inaugurata la Galleria, tutti i materiali e l’occorrente per costruire furono calati dalla sommità della soprastante parete rocciosa a mezzo di corde e funi regolamentate da un ingegnoso argano di legno a ruote dentate. La Chiesa precedente l’attuale era del sec. XVII, fu iniziata nel 1625 e completata nel 1680, rimanendo così intatta fino al 1898 quando si provvide ad allungarla di circa 2 metri in avanti verso il piazzale. In quella circostanza la facciata completamente rifatta nel 1899 fu decorata di marmi di S. Ambrogio e assunse le linee neogotiche attuali. Nel 1928 furono dati alcuni ritocchi all’altare maggiore per migliorare la nicchia della Madonna, così il legno fu sostituito dal marmo. Durante gli anni 1946-49 si mise mano ad un intervento di sfondamento dietro l’altare maggiore e sopra il presbiterio scavando in roccia. Il presbiterio divenne più ampio al di sotto di una cupola che raggiungeva gli 8 metri.

La nicchia e l’altare furono completamente trasformati. Il 20 gennaio nell’anno santo 1975 si diede inizio ai lavori per la realizzazione di un progetto di ristrutturazione e ampliamento riguardante tutta la fabbrica del Santuario in quanto le strutture portanti versavano in precarie condizioni. Con il lavoro di alcuni anni si arrivò alla configurazione attuale. Il lavoro più lungo e delicato fu determinato dallo scavo in roccia per consentire l’ampliamento(da 220 mq. di superficie si passò a 600 mq): la lunghezza della chiesa è di mt. 30 e la larghezza di mt. 20, l’altezza della Cupola è di mt. 18). Il nuovo Santuario fu consacrato il 4 giugno 1978 e il completamento della ristrutturazione fu portato a termine in occasione della visita apostolica del Papa Giovanni Paolo II il 17 aprile 1988. L’interno della chiesa ora si presenta a forma di croce latina affiancata da due navate laterali, al centro della crociera è collocata l’area presbiterale. Sull’asse verticale si susseguono i segni liturgici più importanti: l’aula per l’assemblea, l’ambone, l’altare, la sede, il tabernacolo, la statua della Madonna; questi segni sono ben visibili e comprensibili a tutti fin dal primo sguardo.

 

Guida ai luoghi più interessanti

 

La Cappella delle Confessioni

 

La cappella è costituita da due parti comunicanti: la più alta è riservata all’aula per l’accoglienza dei penitenti, mentre nella parte più bassa sono disposte le nove stanze dei confessionali.

La cappella o aula penitenziale è preceduta da un piccolo atrio sulle cui pareti si leggono dei messaggi che indicano la finalità dell’ambiente a cui si accede. Sopra la porta d’ingresso spiccano le parole evangeliche di Gesù “Convertitevi e credete al Vangelo” (Mc. 1,15). E a fianco dell’entrata: “Non aspettare a far ritorno al Signore, non differire di giorno in giorno la tua decisione” (Sir 5,7) e ancora: “Fratelli, vi scongiuriamo nel Signore, lasciatevi riconciliare con Dio” (“ Cor 5,20). “Ecco ora il momento favorevole ecco ora il giorno della salvezza (“ Cor 6,1). “Dio ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione” (“ Cor 5,18).

Sempre nell’atrio è esposto un grande crocifisso con ai lati due brani tolti dalle lettere di san Paolo che rivelano il piano divino di salvezza (Ef. 1,3-5.9-10) realizzato in Cristo nelle diverse tappe del suo mistero (Fil 2,5-11).

All’interno l’aula penitenziale che ha una capacità di circa 80 persone, è convergente verso la statua “Ecce Homo”, esposta in nicchia sulla parete di fondo, con ai lati due angeli oranti, opere eseguite in marmo bianco di Carrara, a grandezza naturale. La cappella delle Confessioni è uno dei polmoni del Santuario. Nell’itinerario suggerito ai pellegrini è la prima tappa all’arrivo al Santuario per la sosta di purificazione e di riconciliazione; uno dei luoghi dove si realizza l’incontro misterioso con Dio che parla al cuore dell’uomo, e con Cristo che trasforma la vita. Durante la stagione invernale la Cappella delle Confessioni viene adibita come cappella per la celebrazione dell’Eucarestia.

 

L ' abside della Basilica

 

L’abside o parete finale del Santuario è di una originalità singolare, si presenta tutta in roccia viva ottenuta tramite lo scavo eseguito nel duro macigno montebaldino ....

Le sue dimensioni sono imponenti: una superficie larga mt. 7,50 e alta mt. 12,50; il colore
prevalente è bianco avorio con numerose sfumature rosee, la forma è arcuata con incavo quasi a formare una grotta naturale.

Al centro di questa paret e rocciosa sono aggrappati alcuni elementi per il supporto e il contorno d’onore della statua della Madonna della Corona Tutto l’insieme degli elementi, la corona di Spine e i cinque gruppi di Angeli, fa convergere l’attenzione sulla piccola statua. Dalla corona di spine e dagli angeli promana un doppio ordine di raggi.

L’insieme dell’opera d’arte è finalizzato a far convergere lo sguardo di chi osserva sulla piccola statua sorretta da un piedistallo incuneato tra le spine, sul piedistallo sono visibili le parole “Ecce mater tua” – Ecco tua Madre. Con queste sculture absidali si è voluto mettere in risalto che l’amore misericordioso è circondato dalla sofferenza della passione e dal dolore (corona di spine) ed è destinato a portare nella gloria futura, dal dolore alla gioia, dalla passione alla resurrezione, dalla terra al cielo. “Io ritengo infatti che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi” (Rm 8,18).

Gli angeli, che contemplano con stupore il segno dell’amore misericordioso di Gesù che ha dato la vita per la salvezza del mondo, sono gli angeli che preannunciano colui che risorge, che salito al cielo verrà alla fine del mondo; sono gli stessi angeli che convocheranno tutti gli uomini dai confini della terra, per il giudizio finale del Figlio dell’uomo.

 

 

Sacellum Pietatis

 

Dal piazzale antistante la Basilica si notaai margini del sottostante giardino, verso la valle, una cappellina esagonale: secondo la tradizione, qui avrebbe avuto la sua prima sede la statua della Madonna nei primi tempi della sua presenza tra le rocce del Monte Baldo. In questa sede sarebbe stata costruita una modesta edicola per accogliere la famosa statua, che vi sarebbe rimasta dal 1522 fino al 1528 . Successivamente sarebbe stata trasportata all’interno dell’antico oratorio che sorgeva appresso a ridosso della parete rocciosa. Il 7 Luglio 1618 il cavaliere di Malta, Giulio Cesare Pellegrino nell’inventario da lui redatto riguardante lo stato della proprietà della Corona, parla di uno “staffaletto della Cadrega” dove comparve la Madonna . In uno degli ex-voto datato 1658 si nota tra i particolari che vengono accuratamente descritti, una piccola edicola proprio all’estremità del giardinoo meglio ancora nell’orto, a fianco della scalinata e della Chiesa. Dalle cronache si viene a sapere che nel 1742 il Rettore don G. Carlo Balbi, di Castion Veronese, fece costruire una cappellina nel giardino, a fianco della Chiesa, proprio sul posto dove secondo la tradizione era stata trovata la Statua della Madonna. L’edificio fu fatto a forma esagonale, della stessa fattura di quello che ancora oggi si trova accanto alla fontana all’inizio delle scalinate che scendono da Spiazzi verso il Santuario. Sul lato frontale del capitello c’è una porta, vicino alla porta sul lato destro è incastonata una lapide con una scritta dettata dal dotto P. Antonio Cesari nell’anno 1822, terzo centenariodel ritrovamento della Statua: “Signum Mariae V. angelorum ope Rhodo delatum hac primum in sede constitit”, mentre sulla fiancata sinistra ci sta la traduzione in lingua italiana: “La statua della B. V. Maria per opera degli angeli trasportata da Rodi in questo luogo dapprima si fermò”. Dal 1987 è possibile accedere al luogo ove sorge il Sacello, basta passare sotto lo scalonee scendere in giardino. Durante l’Anno Mariano è stata collocata in prossimità del piccolo edificio una lampada votiva che arde perennemente giorno e notte a ricordo del piccolo lume ravvisato accanto alla Statua, di cui parla la tradizione popolare. Dallo spiazzo che circonda l’edificio si può ammirare e contemplare l’imponente anfiteatro naturale che circonda e avvolge la Corona.

 

La Scala Santa

Coloro che sono venuti al Santuario della Corona prima del 1975 ricordano che all’esterno sulla fiancata sinistra dello scalone che porta alla Chiesa, si trovava la Scala Santa. Fu concessa come privilegio del Papa Leone XII nell’anno 1822, nel terzo centenario della vita del nostro Santuario dedicato all’Addolorata. All’inizio la concessione di apertura ed esercizio della Scala Santa riguardava tempi determinati; dal 1910 in poi il Papa S.Pio X, che era stato illustre pellegrino al nostro Santuario nel settembre del 1893, concesse che fosse aperta ed esercitata per tutto l’anno,venendo così assimilata in tutto a quella di Roma, di cui ovviamente è una imitazione. Al nostro Santuario la Scala Santa è uno dei luoghi più ricercati, frequentati e venerati.

Durante i lavori di ristrutturazione fu trasportata all’interno dell’edificio sacro e collocata (1991) a fianco della Cappella delle Confessioni, per caratterizzare e valorizzare maggiormente i suoi contenuti penitenziali. L’ingresso è segnalato a metà della parete sinistra della Cappella della riconciliazione da un portale con incise le parole “Scala Santa”.Sopra questo portale fa da cornice un grande arco in marmo con sculture ornamentali in rilievo, anticamente tale arco delimitava la parte più alta dell’altare maggiore del Santuario sopra la nicchia della Madonna. La Scala Santa originale si trova a Roma vicino alla Basilica di S.Giovanni in Laterano, la nostra è un’imitazione.E’ la scala che Gesù salì e discese più volte nel giorno in cui, rigandola con il suo sangue, fu flagellato, coronato di spine, e condannato alla morte di croce. Essa fu già nel palazzo occupato da Pilato a Gerusalemme, dove questi teneva il suo tribunale, o pretorio. S.Elena nel 326 fece trasportare a Roma i 28 gradini della Scala. Ora della Scala Santa esistono varie imitatazioni presso alcuni Santuari.


Modo di salire la scala Santa :

- dopo aver intinto l’acqua santa si fa il segno di croce;

- si salgono i 28 gradini in ginocchio;

- con grande raccoglimento si medita e si prega sulla passione di Gesù Cristo:

• il sudore di sangue nell’orto

• la flagellazione

• la coronazione di spine

• il viaggio al Calvario

• la crocifissione e morte di nostro Signore Gesù Cristo.

 

 

Il Santuario è :

 

• E’ un luogo sacro che naturalmente invita alla
preghiera ed alla riflessione

• E’ una meta da gustare con
una sosta prolungata e tranquilla

• E’ una testimonianza vivente
di fede e di religiosità popolare

 

 

COSA TROVA IL PELLEGRINO AL SANTUARIO

La Via Crucis: le 15 Stazioni sono distribuite lungo la strada che dal piazzale della “Stella Alpina” va al Santuario.
La Via Matris: i 7 capitelli dedicati ai dolori della Beata Vergine Maria, iniziano dal Ponte del Tiglio e arrivano davanti al Santuario.

La Cappella delle Confessioni: si trova a metà della scalinata al piano sotto il Santuario. E’ il luogo delle Confessioni..
La Scala Santa: è una imitazione di quella di Roma, è formata da 28 gradini da salire in ginocchio meditando e pregando la Passione del Signore. E’ nella Cappella delle Confessioni.

La Cappella dell’Adorazione: è un angolo silenzioso al termine della Scala Santa dedicato all’adorazione dell’Eucarestia.
Il Santuario: è il luogo Sacro riservato per la celebrazione dell’Eucaristia e alla venerazione della Beata Vergine Maria Addolorata. Al centro dell’abside è esposta la famosa statua della Madonna della Corona.
Il Fonte Battesimale: è il luogo per la rinnovazione delle promesse del Battesimo, si trova nel Santuario a sinistra dell’altare.

La fotografia della Sindone: è la riproduzione in negativo a grandezza naturale delle due parti facciale e dorsale della Sindone di Torino, è esposta nella navata sinistra del Santuario.

La rassegna “Mater Dolorosa”: è l’esposizione di 80 statue della Pietà, tra le più venerate nel mondo. Per accedere si passa sotto lo scalone del Santuario.

Il Sepolcreto degli Eremiti: è il luogo dedicato alla preghiera di suffragio per i defunti che attendono la resurrezione. Sono visibili in urne di vetro i resti mortali di alcuni eremiti, vissuti alla Corona. Per accedere si passa sotto lo scalone scendendo al piano sotto quello di arrivo.

Il “Sacellum Pietatis”: indica il luogo dove secondo la tradizione fu trovata la statua della Madonna della Corona il 24 giugno 1522. E’ nel giardino del Santuario..

 

L ' Ospitalità

 

La Direzione del Santuario “Madonna della Corona” è lieta di presentare i vari servizi di cui le Parrocchie ed i gruppi di pellegrinaggio potranno usufruire presso la CasaStella Alpina”, proprietà del Santuario:

• Porticato coperto per sosta all’arrivo o alla partenza del pellegrinaggio e per riparo in caso di maltempo.

• Due sale per incontri o conferenze (150 posti), al piano 1°, disponibili sia al mattino che al pomeriggio del pellegrinaggio.

• Una sala per pranzo al sacco (80 posti), al piano terra; inoltre sono a disposizione dei pellegrini tavoli con sedie all’aperto.

• Una sala Bar, piano terra.

• Un salone Ristorante per comitive e singoli (400 posti) con inclusa una saletta riservata per piccoli gruppi (30 o 40 posti), piano terra.

• Il soggiorno alberghiero per gruppi, famiglie e persone singole (9 delle 41 tanze sono attrezzate per accogliere portatori di handicap).

La Direzione “Stella Alpina” è sempre disponibile per informazioni o visite agli ambienti di accoglienza
Telefono : 045.6247082

Fax : 045.7220090

Email : info@stellaalpinahotel.it

 

 

CAMMINO VERSO IL SANTUARIO

Per chi scende a piedi da Spiazzi

a 300 metri dopo il centro abitato del paese, raggiunto il piazzale “Giovanni Paolo II°”, davanti alla “Stella Alpina” scendere percorrendo il cammino della “Via Crucis” lungo la strada che porta al Santuario (circa 1 km).

Le 15 stazioni della “Via Crucis” sono indicate da gruppi in bronzo che descrivono la scena stazionale. E’ il modo più appropriato per prepararsi alla visita al Santuario dell’Addolorata.

• Per chi scende in pulmino: raccogliersi in preghiera davanti al “Cristo Risorto” sul piazzale prima della Galleria e da lì iniziare la recita del rosario.

Per chi sale a piedi da Brentino al Santuario: fare il pio esercizio della “Via Matris”, iniziando dal Ponte del Tiglio lungo la ripida scalinata a ridosso dello strapiombo roccioso, con soste in preghiera davanti ai sette Capitelli che richiamano “i sette dolori di Maria”. E’ il sentiero che tutti percorrevano prima del 1922, anno in cui fu scavata la galleria.

 

VISITA AL SANTUARIO

Dopo il primo tratto di scalinata:

• Sostare nella Cappella delle Confessioni:

* dedicare un tempo opportuno per pregare e celebrare il Sacramento della Confessione;

* salire in ginocchio la “Scala Santa” meditando la passione del Signore: è un ottimo esercizio penitenziale.

Salire la gradinata per

• Accedere alla Basilica Santuario:
* partecipare devotamente alla S. Messa che è il cuore ed il centro di tutto il pellegrinaggio;

* sostare in preghiera davanti alla venerata Statua della Madonna della Corona. “l’Addolorata”;

* rinnovare le promesse battesimali davanti al fonte del battistero, in Santuario.


AL TERMINE DEL PELLEGRINAGGIO

Dare uno sguardo alle memorie del Santuario.

• In Santuario fermare l’attenzione su:

* le tavolette ex voto esposte nella navata destra;

* l’immagine della Sindone come risulta dal negativo fotografico facciale e dorsale, in grandezza naturale; si trova nella navata sinistra.

Sotto lo scalone visitare :

* il presepio artistico con statue lignee di notevole grandezza;

* la rassegna “Mater dolorosa” con ottanta statue dell’Addolorata tra le più conosciute e venerate nel mondo;

* il “Sepolcro degli Eremiti” esposti in urne di vetro;

* il “Sacellum pietatis” nel giardino a fianco del Santuario; è il luogo dove, secondo la tradizione fu trovata la Statua della B. V. della Corona, ed è il punto da cui si possono contemplare le vedute più originali del luogo sacro.

 

PERCHE’ E QUANDO SORSE

Tutti, storici, cronisti, divulgatori convengono nell’affermare che il Santuario è sorto per venerare un antico quanto famoso Simulacro dell’Addolorata, detto appunto della Madonna della Corona. Infatti solo dopo la comparsa di questa statua inizia una vera storia del Santuario; è da allora che il luogo assume un interesse particolare, e che si narra di schiere innumerevoli di devoti provenienti non solo dai territori circostanti, ma anche da molto lontano. I pareri diventano invece discordi quando si tratta di precisare quando e come quella statua apparve tra le rocce del Monte Baldo, in territorio Veronese. Oltre alla tradizione comune, che riferisce del comparire prodigioso della Statua il 24 Giugno 1522, v’è un’altra spiegazione che vorrebbe la presenza della statua come un ex votodonato dai Cstelbarco agli eremiti della Corona , che già in precedenza frequentavano il curioso sito della Corona. Attorno a questo Simulacro nacque il Santuario e la devozione verso l’Addolorata, favorita anche dalla narrazione di grazie particolari ricevute, dalle origini fino ai nostri giorni.

 

LA SACRA EFFIGIE La statua della Madonna che si venera alla Corona è una “Pietà”; si presenta nelle sembianze di un gruppo marmoreo alto cm. 70, modellato da mano artigianale. La piccola opera d’arte non manca di pregio nelle sue forme, che attraverso una ricchezza di particolari vengono poste in risalto con efficacia; la scultura fu anche dipinta. La Vergine è raffigurata in atteggiamento di profondo e composto dolore, mentre sorregge e contempla il corpo del Figlio morto, deposto dalla croce. Molto espressivi sono i due volti, quello della Madre, e quello del Figlio che le sta sulle ginocchia. Sul piedistallo che sorregge la statua sono incise queste parole: “Hoc opus fecit fieri Ludovicus De Castrobarco D 1432”. La statua fu realizzata da .un ignoto artista su commissione di Ludovico di Castelbarco nell’anno 1432.

GLI“EX VOTO” L’origine del Santuario si confonde con le testimonianze delle tavolette “ex voto” esistenti presso il Santuario; si tratta di oltre 160 dipinti, di varie dimensioni, che descrivono in modo popolare, assai espressivo, la scena di pericolo grave in cui una persona è venuta a trovarsi, insieme all’invocazione rivolta alla Madonna per ottenere la grazia, viene accertata attestazione di grazia ricevuta. Le tavolette sono una documentazione molto interessante non solo da un punto di vista religioso, ma anche sotto il profilo culturale.

IL SANTUARIO OGGI Dopo la ristrutturazione e l’ampliamento degli anni 1975/78, il Santuario si presenta al pellegrino con le seguenti caratteristiche.

All’esterno la facciata ed il campanile che sono di stile neo - gotico si presentano incastonati nella roccia, al termine di una scalinata che termina nella viva selce. All’interno la Chiesa è di stile classico, a forma di croce latina, sormontata da una grande cupola; al centro di questa sottostà l’area presbiterale con il nuovo altare, arricchito di numerosi pannelli in bronzo. In occasione della visita apostolica del Santo Padre, Giovanni Paolo II°, avvenuta il 17/04/1988, fu inaugurata la parte artistica dell’abside con la collocazione della Statua al centro di una duplice corona: una di spine, ed una di angeli in gloria. La parete sinistra e l’abside sono formate dalla roccia naturale del monte. Per più di tre quarti la costruzione è incuneata sotto una tettoia di roccia, visibile a tratti dall’interno dell’edificio. Nella parte sottostante la navata destra si trova la Cappella delle Confessioni, collegata al complesso del Santuario con un raccordo esterno. Dalla Cappella delle Confessioni si accede alla Scala Santa.

L’AVE MARIA DELLA CORONA

O Maria, non so quando cominciai a pronunziare il tuo nome.

Non so quanto tempo impiegai ad imparare l’Ave Maria.

Certamente doveva esserti meraviglioso ascoltare quelle parole che fiorivano sulle labbra a formare la prima innocente preghiera rivolta a te con i segni e i sospiri della mamma. Quanto tempo è passato! Quante cose sono cambiate!

Ma quella preghiera scandisce ancora i momenti della mia giornata.

Quelle parole, sempre le stesse, non hanno risentito il logorio del tempo, la monotonia della ripetizione e, quasi per incanto, me le ritrovo sulle labbra, come allora, a formare la preghiera della fiducia senza limiti, della semplicità, dell’abbandono, del rifugio, del ritorno, della consapevolezza, dell’incontro con il tuo cuore di madre.

E non è stata una scoperta quando ho constatato che alcuni si rivolgevano a te con le stesse parole e che altri sapevano pregarti soltanto così.

 Piccoli e grandi, dotti ed ignoranti, in ogni angolo della terra, da sempre, come attratti da una forza interiore, affascinati dal tuo volto e dalla tua persona, forse mai visti ma soltanto segnati nel fondo dei loro ricordi, hanno piegato in ognuna di quelle parole una pagina della propria vita, formando inconsapevolmente e meravigliosamente un coro che non finisce mai.

E che non si sperde nell’anonimato, perché tu raccogli ed ascolti quelle parole ad una ad una, perché tu soltanto sai capire ciò che nasconde ne ti vorrebbe dire ciascuno di noi.

 Forse per questo mi piace pregarti così! Senza paura di sbagliarmi, o di parlarti con parole incomprensibili e difficili, o di offenderti forse con sentimenti vuoti ed insignificanti per la mia vita cristiana e per i tuoi insegnamenti di madre di Gesù e madre mia.

 

I SENTIERI PER IL SANTUARIO

1 -Il Sentiero dalla Fontana di Spiazzi La prima via ad essere approntata per raggiungere la Corona e il suo Oratorio dedicato al titolo di S. Maria, fu certamente il sentiero che scende dalla borgata anticamente detta “in località Spiazzo” che sta sopra l’imponente parete rocciosa a cui è aggrappato il Santuario. Verso la fine del 1500, al tempo del famoso Paolo Eremita di Ferrara di Monte Baldo, si parla nelle annotazioni storiche di un intervento fatto per costruire una scala di 400 e più scalini fino alla “Fontana”, che nelle illustrazioni e nelle stampe antiche viene sempre citata come punto di riferimento oltre che di ristoro per i viandanti della Corona.

Nel 1595 viene aggiunto a quanto di rudimentale esisteva in precedenza un nuovo ramo di scale di circa 499 scalini.
Da una famosa stampa fatta incidere nel 1750 si apprende anche in forma visiva la forma di detto sentiero; alla lettera “F” così recita: Fontana a capo delle Scalle, e alla lettera “P” scalini dalla Fontana al Ponte n° 390, dal Ponte alla X.san° 237. Il Ponte è il famoso Ponte del Tiglio.

In prossimità della partenza di questo sentiero che inizia a scalinate dalla “Fontana” , vicino alla Cappella esagonale, sul lato frontale del primo gradino della scalinata che scende alla Corona si legge : fatta 1636 - rinnovata nel 1843. E subito dopo sul frantale del secondo gradino vi è scolpita questa dicitura : F. 1636 sc. 728- Rinnnel 1884. Attualmente gli scalini sono 756.


2 – La nuova strada da Stella Alpina al Santuario
Quando nel 1925 si prese la decisione di costruire sulla sommità del monte, subito dopo Spiazzi, una casa per l’accoglienza dei pellegrini, denominata “l’Ospizio”, si giunse alla determinazione di fare un collegamento con il Santuario mediante un tracciato stradale all’interno della proprietà privata, in modo da agevolare il percorso dei pellegrini. Questa strada fu ripetutamente allargata e migliorata anche in rapporto alla circolazione con vetture. Le migliorie furono apportate soprattutto in relazione al servizio di trasporto con Pulmino per il pubblico, e ultimamente in previsione della visita apostolica del Papa, avvenuta il 17 Aprile 1988. Lungo questa strada che parte dal piazzale “Giovanni Paolo II” fino al piazzale davanti alla galleria furono dislocate a partire dal 1988, le Stazioni della “Via Crucis”, con statue in bronzo a grandezza naturale, come invito alla preghiera ed alla contemplazione per quanti si appressano al Santuario.

Alla fine di questa strada si imbocca la Galleria, un’opera suggerita dall’allora Vescovo di Verona , il Cardinale Bartolomeo Bacilieri, e realizzata dal Rettore d. Giuseppe Brunelli, su progetto dell’ing. Federico Federici, nel quarto centenario del ritrovamento della Statua della Madonna della Corona; sull’ingresso della Galleria è scritto: “Confectum opus 1922” (opera eseguita nel 1922).

 

Celebrazioni della Liturgia