Artisti e personaggi nel territorio 

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... fatti non foste a viver come bruti, ma per seguire virtute e conoscenza

 

 

Ogni comunità ha i suoi talenti.....

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... e i suoi personaggi, figure tipiche che, in modo originale, scrivono una delle innumerevoli pagine di cui è composto il libro dell'umanità, non per nulla fatta ad immagine di Dio. La nostra comunità un tempo era molto più viva da questo punto di vista. Tutti conoscevano tutti. Alcuni si caratterizzavano al punto tale da avere in paese una fama "mitica". Oggi, grazie anche alla Tv, siamo molto meno attenti alla ricchezza umana che abita tra noi, riusciamo con difficoltà a cogliere le espressioni artistiche nostrane e crediamo che non esistano più, rimaniamo stupiti occasionalmente le scopriamo... Forse tu conosci personaggi che a noi sfuggono e che sarebbe interessante conoscere e far conoscere ... mandaci un e-mail ...

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Barù

Gioia e nostalgia nei colori di Barù

Barù? Il pittore? Sta in piazza, nel cortile sul retro della forneria. La gente, soprattutto quella meno anziana (abita in questa contrada dal "35), probabilmente ha dimenticato il suo nome di battesimo, Giuseppe, e il suo autentico cognome, Baronio. Ma tutti conoscono questo personaggio quel tanto anarchico da essere simpaticamente fuori dal gregge. Un "matto" nel quale specchiarsi, vizi e virtù. Un personaggio di paese, di quelli che riassumono l'anima profonda di un posto. 

"Discendente da una famiglia di fornai, ha assorbito durante il lavoro notturno le bellezze dell'alba, i chiaroscuri della notte ed ha messo a profitto ogni sensazione che il meraviglioso computer del nostro cervello mette in serbo per chi vorrà interpretare tali valori con pennello e colore."  Così si racconta di lui nel pieghevole che accompagna la sua mostra nel Natale del 1997 alla "Cicognini" di Pontevico. Si ricorda che "nella sua formazione artistica, il Barù ha rubato ore di sonno per frequentare buone Scuole d'Arte, aiutato anche dal suo maestro preferito, Ernesto Giupponi, dal quale assorbì i valori e i segreti della buona pittura bresciana."

Mentre lo sguardo si posa sulle diverse stagioni della sua pittura, sempre attenta a persone e cose che hanno animato il suo mondo vitale ed affettivo, è inevitabile confrontarsi con altri giudizi. Un amico prete dice che "sono quadri che riflettono la semplicità dell'animo dell'autore, che non è mai stanco di cercare ciò che si chiama 'il Bene' per comparteciparlo con i suoi estimatori".

Un pittore, Giacomo Olini, assicura che "ha la poesia nell'anima e trasmette tutto quello che ha visto nel suo vagare alla ricerca del bello. Ha quella comunicazione sensitiva che l'artista pittore sente in sé e lo dice con veemenza a chi osserva le sue opere. Il tutto è una festa al creato e con la saporita pennellata lui parla con noi, tanto da restare coinvolti come lui nel bello della creazione."

C'è esplosione di gioia in certi suoi quadri, ma anche nostalgia per atmosfere che raccontano modi e tempi di vita consegnati alla memoria. Eppure non manca l'aggancio alle tematiche di più stringente attualità. Nel variegato mazzo delle pitture colpisce un'inconsueta "Ultima Cena" eseguita con la tecnica dello strappo. Cristo volge le spalle a chi osserva il dipinto. Seduto solo da questa parte del tavolo conversa con i suoi discepoli. Uno dei più vicini sonnecchia, altri chiacchierano. E sappiamo che già uno pensa al tradimento. Vengono alla mente alcuni dei fondi scritti in questo periodo natalizio per mettere in rilievo il rischio del tramonto della civiltà giudaico-cristiana, un tramonto figlio dell'indifferenza più che della opposizione. Così, questo Gesù che volge le spalle ad un mondo anonimo per concentrarsi sui suoi, gruppetto già eterogeneo, bisognoso di amorevoli cure per reggere il peso di trasformarsi in suo erede nella testimonianza e parlare, coi gesti, alla folla distratta, assume la forza di sintesi di una stagione carica di cambiamenti ed incertezze.

Se gli si chiede perché lo hai dipinto così? Lui risponde: perché lo sento così! Appunto, il sentire intuitivo, vitale, che precede il ragionamento. Lo sminuzzare, senza banalizzare, a beneficio di chi ha tempo e volontà di guardare, un'antica sapienza popolare.

Adalberto Migliorati

Barù vive e lavora a Bassano B.no piazza Roma, 8 tel.030/9935383

 

Maria Cammi

 

Esposizione a Bassano b.no del 19 ottobre 2003

Michela Bresciani

 

Esposizione a Bassano b.no del 19 ottobre 2003

 Pietro Stassaldi

 

Esposizione a Bassano b.no del 19 ottobre 2003

Ursena Spazzini

 

Esposizione a Bassano b.no del 19 ottobre 2003