Giovanni Battista Negri, parroco di Bassano

Giovanni Battista Negri da Manerbio: non sappiamo la data precisa della sua elezione avvenuta, probabilmente, nel 1575. Nella domenica 10 giugno 1577 sotto il portico della canonica di San Michele procedeva a far compilare l’inventario dei beni mobili ed immobili della sua prebenda e, nell’atto notarile, è chiamato “Rector seu Archipresbiter plebis predictae del Bassano” sebbene il titolo di arciprete non gli competesse affatto, come quello di pieve non compete alla chiesa di Bassano. Il detto inventario era stato ordinato dal Vescovo Bollani per tutti i benefici della diocesi e in esecuzione di tale ordine alcuni principali abitanti di Bassano si erano raccolti il 30 (o 16 o 26) dicembre 1576 nella casa del notaio Francesco qm. Antonio de Parre, posta in contrata ecclesiae S. Michaelis dictae terrae de Bassano, in qua domo solet fieri consilium necnon etiam alia vicinia, parlamenta ed congregationes dictae terrae, e quivi eleggevano tre persone idonee a compilare il predetto inventario.

Il Negri, uscito da agiata famiglia di Manerbio, iniziò la fabbrica dell’attuale chiesa parrocchiale con l’aiuto e la preziosa collaborazione del Ven. Alessandro Luzzago, come è largamente narrato nella vita di questo nobile e santo patrizio, che amava passare nella sua villa di Bassano buona parte dell’anno, attendendo alle faccende di campagna ed ai più edificanti esercizi di vita esemplare (cfr. E. Girelli “Vita del Ven. Alessandro Luzzago, patrizio bresciano" G. Bersi 1881, p. 117-124, e le altre biografie dell’Ermani, del Faino, ecc.).

Nell’anno 1581 S. Carlo Borromeo trovandosi nella pianura bresciana a compiere la visita apostolica, sostava anche a Bassano in casa del dilettissimo suo amico nob. Alessandro Luzzago, e con la sua parola amorevole e paterna animava il Comune, i signori del paese e la Scuola del S.S. Sacramento a proseguire e terminare la iniziata fabbrica della chiesa, prescrivendo anzi che, atteso il numero degli abitanti che era di circa 1.200, si aggiungesse alle due navate già erette la navata meridionale verso la canonica, ed a queste opere contribuisse anche il parroco con una tangente fissa di scudi 10 ogni anno. Ecco il testo del decreto di S. Carlo:

“Comunitas et Nobiles loci ac schola S.S.mi Sacramenti omni pietate incumbant ad ecclesiam suam reparandam, ampliandam et ornandam ac de omnibus necessariis instruendam, prout etiam Nobis se facturus significaverunt, et pecunias jam ad hunc effectum collectas adesse dixerunt. Parochus autem pro huius visitationis decretis exequendis expendat et ipse singulis annis scuta decem, donec haec decreta omnia perfecte executionis mandata fuerint, eamque ob causam sequestra et relaxa quotannis fiant etiam a Vicario foraneo. Ecclesia amplietur fabricando alteram navim a parte meridionali, quae navi septentrionali respondeat, et in capite earum construantur altaria clathris ferreis munita ad formam. Tres januae fiant in facie ecclesiae, vedelicet una pro qualibet navi, idque infra annum” (Arch. Vesc. Atti della visita Borromeo, t. III. F. 135-136)

 Dalla parola confortevole del grande Santo il Ven. Luzzago raccolse nuovo vigore ed alacrità nell’opere iniziata, e la chiesa fu compiuta secondo le prescrizione del Borromeo, e consacrata il giorno 8 maggio; non si conosce né in quale anno né da quale vescovo, ma probabilmente dal cardinale Gianfrancesco Morosini vescovo di Brescia (1585-96), o dal suo successore Marin Giorgi (1596-1631), del Ven. Luzzago amicissimi quanto S. Carlo (la data e la memoria della consacrazione ci è data da questa lapide, posta sulla parete della navata sinistra: “CONS : ECCLE : DIE : VIII : MAII”)