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La chiesa parrocchiale di Bassano è dedicata a San Michele Arcangelo, è quindi naturale che la sua sia una grande festa per i bassanesi, molto più sentita nel passato che attualmente, comunque. Il giorno di san Michele cade il 29 settembre. Con la riforma del Calendario liturgico, voluta da papa Paolo VI nel 1969, il 29 settembre vengono celebrati insieme i tre Arcangeli: Michele, Gabriele e Raffaele.

A divulgare il culto dei tre arcangeli furono i monaci benedettini di Cluny nell’XI secolo, presenti anche nel nostro territorio, in particolare in Valle Camonica. I religiosi intitolarono a Michele, Gabriele e Raffaele alcuni dei loro priorati e introdussero nella liturgia le feste degli arcangeli.

Mons. Paolo Guerrini scriveva che l’arcangelo Michele ebbe «culto diffusissimo e popolare presso i Longobardi, che in lui videro e onorarono l’idea di difesa e di tutela divina. Le alture dei monti, le rocche e i castelli, le sponde dei torrenti, le insidie delle frane furono munite di cappelle dedicate a san Michele, invocato a difesa contro ogni pericolo. Numerose e antiche anche fra noi le chiese a lui dedicate».

Il testo biblico più noto su san Michele (dall’ebraico mìka_èl = chi è come El, cioè "chi è come Dio) è quello di Apocalisse 12,7.

Ad esso s’ispira quatti tutta l’iconografia sull’arcangelo. Nella liturgia cristiana Michele è protettore della Chiesa e l’angelo che accompagna le anime di morti verso il cielo.

La chiesa di Bassano ha raffigurato nella pala dell’altare maggiore San Michele che vince il drago. Il dipinto, olio su tela delle dimensioni di 155 X 240 cm, è opera di V. Carton eseguita nei prima anno del “900 come copia del più famoso quadro di Guido Reni.


Parrocchie della diocesi dedicate a S. Michele

Nella diocesi di Brescia a San Michele vennero dedicate chiese parrocchiali a Bassano, Bollone, Brozzo, Cailina, Calino, Calvisano, Capovalle, Capriano, Coniolo, Gaino, Gazzane, Gianico, Grignaghe Idro, Lavino, Leno, Milzanello Milzano, Peschiera M. Pezzoro, Prevalle Sopra, Sabbio Chiese, Trenzano. Inoltre gli vennero erette chiese a Leno (Disciplini), Bedizzole (pr. Averoldi), Borgosatollo, Ludizzo di Bovegno, Carpenedolo di cui il vescovo Bollani dispose la distruzione, Colombaro, Coniolo Gardone R., Ome. Cappelle cimiteriali gli vennero dedicate a Brescia (nel cimitero Vantiniano), Borgosatollo, Carpenedolo, Corzano, Gambara, Gargnano, Isorella, Prevalle Sopra, Seniga, Trenzano, Tremosine (fraz. Arias). Cappelle e chiesette vennero erette anche a Bienno Botticino M., Breno (cappella del castello), Brione Capriolo (in castello), Castenedolo, Civine, Edolo, Offlaga, Palosco, Pontevico, Pontoglio, Provezze, Bedizzole, Corzano Corticelle, Dello, Gargnano, Gavardo Gottolengo, Palazzolo, Passirano, Provezze, Rovato, Sale M., Sermerio. 

 

Apocalisse 12,7-9

Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago.

Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo.

Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli.

 

 

la terza di ottobre

 

Il 7 ottobre 1571 la flotta cristiana della Lega Sacra sconfisse a Lepanto quella turca: Nella stessa domenica le confraternite romane del Rosario sfilavano in processione: papa Pio V attribuì il successo di Lepanto all'intervento della Vergine e volle che fosse ricordato l'anno seguente con la festa di Santa Maria della Vittoria, mutata da Gregorio XII nel 1573 nella festa del Santissimo Rosario fissata la prima domenica del mese e successivamente riportata il 7 ottobre, anniversario della celebre battaglia. Papa Leone XIII estese a tutto il mese i privilegi e le indulgenze della festa e della preghiera del rosario (A. Mazza "Calendario Bresciano).

Lo storico mons. Paolo Guerrini ricordava che la festa liturgica della Madonna del Rosario veniva celebrata "con solennità esteriore di processioni e apparati, nelle varie domeniche I, II, III, IV di ottobre".

Nella bassa bresciana gli abitanti dei paesi vicini si recavano nella parrocchia dove si festeggiava la Madonna del Rosario.

Alla dimensione religiosa si unisce quella della sagra di paese, con attrazioni, mostre e cosa varie, quasi necessario contorno di ogni festa popolare: la "Prima" si festeggia a San Gervasio, la "Seconda" a Manerbio, la "Terza" a Bassano, la "Quarta a Cignano.

In occasione della festa del Rosario, le corali parrocchiali animano le celebrazioni liturgiche, sulle piazze ci sono le bancarelle della fiera, gli artisti del luogo espongono le loro opere e la gente festeggia le quattro domeniche portandosi di volta in volta nel paese che celbra.

   

Il giorno delle giovani famiglie

La benedizione dei bambini è stata introdotta nella cornice delle feste natalizie, dalla sensibilità di don Paolo Barchi, qualche decennio fa. E' collocata nel giorno che segue immediatamente il Natale di Gesù, il giorno di Santo Stefano.

Per la celebrazione del mattino, alle ore 9.00, convengono nella Chiesa Parrocchiale i giovani papà e mamme con i figlioletti in braccio. La Chiesa si riempie di gente e non mancano le voci argentine dei bambini che in questo modo segnalano la loro presenza. Dopo la "preghiera per i figli", la benedizione per i papà, le mamme e, in modo particolare, per  i bambini della parrocchia.

Il "tombolone della sera, a cui sono invitate le famiglie del paese, diventa l'occasione per passare una serata all'Oratorio e per rinnovare reciprocamente gli auguri del Natale

Preghiera per i figli

 

O Padre ti ringraziamo per i figli che ci hai donato e affidato. Noi sentiamo la responsabilità e la difficoltà di aiutarli a crescere come persone responsabili, e a maturare nella fede che abbiamo accolto per loro nel giorno del battesimo. Guidali con la luce del tuo Spirito perché possano conoscere la vocazione alla quale tu li chiami, e siano aperti alla donazione e all'amore. Concedi a noi di poterli aiutare. Amen

   

 

arrivo dei magi nel giorno dell'epifania

 

(2004) Non appena strappò colse il frutto proibito, Adamo sentì che qualcosa dentro si spezzò, una luce si spense. Non riusciva più a vedere le cose con gli occhi di prima: sentì ostilità per la sua donna, il sole ancora alto non lo riscaldava più, i fiori perdevano i loro colori e per la prima volta ebbe paura...

...Si fece avanti per primo colui che portava l'oro. Il Bambino di Betlemme irradiava la Pace, le sue mani aperte invitavano all'abbraccio ... Adamo sentì rimarginarsi l'antica ferita e incominciò a credere possibile la salvezza...

...Avanzò il terzo re: portava la mirra, unguento per la sepoltura. Un brivido percorse la creazione. Adamo rimase senza parola al pensiero che l'autore della Vita avrebbe consegnato se stesso alla Morte pur di salvarlo... O Dio, tu sei il mio Dio ... di te ha sete l'anima mia, a te anela la mia carne, come terra deserta, arida senz'acqua ... tue sei la mia salvezza, esulterò di gioia all'ombra delle tue ali...

(2003) La rappresentazione si apre con il prologo di Giovanni e, in contrapposizione, con il "canto dell'empietà" di Sapienza 2. Al canto di "S'accese un astro in ciel" la stella si porta verso il luogo dove si trovano i magi e li accompagna fino a Gerusalemme, davanti al palazzo di Erode. I lettori evocano i fatti che portano i magi a incamminarsi verso Betlemme, ricompare la stella e al suo seguito tutti si incamminano verso il presepio,

Il tragitto, dalla piazza all'Oratorio è accompagnato dal suono delle pastorali. La stella, portata da tre bambini con le tunichette azzurre, precede il corteo e si fermerà solo davanti alla grotta, accanto al coro, che, arrivati in Oratorio, canterà dal vivo pastorali natalizie.I magi rendono omaggio a Gesù con i dono classici dell'oro, incenso e mirra. I pastori portano prodotti del luogo, i bambini della Scuola Materna cantano e recitano poesie.

(2002) È stato possibile quest’anno rappresentare in piazza l’arrivo dei Magi (l’anno scorso pioveva ed è stato necessario rimanere in chiesa). Nonostante il freddo numerose famiglie, con i bambini, erano presenti in piazza ed hanno seguito con partecipazione i canti del Coro, il racconto dei lettori, i dialoghi e le poesie dei bambini e della guida, il Merry Christmas dei giovani. Il suono delle zampogne e la presenza di alcuni animali da cortile ha dato un tocco di realismo alla scena. I doni in natura deposti nella capanna della natività sono stati l’occasione per un momento di condivisione nel salone-bar dell’Oratorio. La rappresentazione è stata resa più suggestiva grazie all’ottimo impianto di amplificazione che ha permesso anche a chi si trovava un po’ lontano dalla scena centrale di comprendere con chiarezza lo svolgimento del tutto.

(2001) Arrivo dei Re Magi. Non è stato possibile, causa il maltempo, rappresentare l’arrivo dei Magi all’aperto, sulla piazza del paese, abbiamo dovuto ripiegare sulla chiesa parrocchiale, all’interno della quale è stata allestita la capanna di frasche. I Magi sono partiti dalla Chiesetta del Giubileo, accompagnati dagli zampognari, e hanno deposto i loro doni davanti al presepio vivente. Gli zampognari e il coro di Bassano hanno eseguito, alla fine, delle pastorali natalizie tradizionali. Il tema della rappresentazione è stato “Gesù segno di contraddizione”, ispirato alle parole di Simeone: “... perché siano svelati i pensieri di molti cuori”.

(2000) ... alle ore 15.00, in piazza, per la prima volta ha luogo il rito dell’arrivo dei re magi. Da tre punti del paese, col loro seguito, e i doni per il bambino Gesù, si sono incamminati verso il sagrato della Chiesa dove era allestito il presepio vivente.Il corteo del Magi è preceduto dalle pastorali, suonate dal vivo con le zampogne.

La rappresentazione sacra è stata capita e apprezzata dalla gente presente in piazza. Ha partecipato il coro parrocchiale e gli zampognari di pianura (Quinzano).Un ringraziamento per chi ha curato l’impianto audio per le strade del paese. Numerose persone si sono prestate sia per i costumi che per i doni.

 

la via crucis per le vie del paese

L'idea di una Via Crucis come rappresentazione sacra per le vie del paese o, quantomeno, all'aperto, è nata dall'esigenza di stabilire un contatto tra il racconto cristiano della passione e i luoghi, strade, case, giardini, edifici, dove vive la gente.

Inizialmente, dal 1997 al 2000, la rappresentazione ha avuto luogo nel campo sportivo dell'Oratorio con la gente sulle tribune; i figuranti erano catechisti e assistenti di catechismo, membri del Cpp e i ragazzi che si preparavano alla cresima.

Nel marzo del 2001, com'era nell'intenzione originaria, si pensò di far camminare anche la gente sulla via che conduce Gesù al Calvario. 

Gli edifici del centro storico del paese (Chiesa, piazza, viale dei tigli, Corte Luzzago, oratorio e campo sportivo) divennero la sala dell'Ultima Cena, l'orto degli ulivi, il Sinedrio, il tribunale di Pilato, la strada del Calvario e il luogo della crocifissione. Furono coinvolte molte persone del paese. Partecipò anche la Schola Cantorum. L'esperienza fu ripetuta l'anno successivo con lo stesso itinerario.

Nel 2003 si pensò di realizzare la Via Crucis il luoghi diversi dal centro storico al fine di toccare, nell'arco di qualche anno, tutti i quartieri del paese. Abbiamo cominciato con il quartiere di via De Gasperi, sia perché si prestava al percorso, sia perché un discreto numero di persone residenti sul posto si sono attivate per allestire le varie tappe della Via Crucis.

Un'altra particolarità di questa esperienza ha visto il coinvolgimento di tutte le crassi di catechismo e, di riflesso, di tutti i genitori dei ragazzi in età da catechismo. L'invito a partecipare era così formulato "Celebrazione popolare della Via Crucis preparata dai ragazzi per i loro genitori e per tutti i parrocchiani".

 

la processione del venerdì santo

 

Il Venerdì Santo è il giorno memoriale della morte del Signore, i cristiani digiunano, la Chiesa non celebra l'Eucaristia, ma nel pomeriggio, alle tre, in corrispondenza all'ora nona in cui Gesù "emesso un alto grido, spirò" (cfr. Matteo 27,45-50), celebra la Passione del Signore ed esperimenta l'infinito vuoto che dell'esistenza per la morte del Figlio di Dio, e invoca il riscatto della Risurrezione.

Di origine più devozionale che liturgica, collegate al venerdì santo,  sono diffuse le processione del venerdì santo. Fin dal XII secolo discipline e confraternite religiose diedero vita a sacra rappresentazioni e a processioni di grande coinvolgimento popolare, riprese, nel Settecento anche con il trasporto del Cristo deposto dalla croce. 

All'imbrunire, in un silenzio di morte, alla luce delle candele portate dai fedeli, persone di ogni estrazione seguivano la statua portata a spalla e dopo aver percorso le principali vie del paese tornavano alla chiesa e concludevano con la commemorazione della passione.

Tali processioni, divenute tradizione popolare, caratterizzano anche oggi la giornata del venerdì santo di alcune parrocchie, conservando il tratto della partecipazione, anche di coloro che non frequentano assiduamente la chiesa, ma intuiscono confusamente che la morte di Cristo sia comunque importante per l'umanità.

In parrocchia la processione del Cristo Morto, dopo la celebrazione della passione del Signore alle tre del pomeriggio (ora indiscutibilmente importante, ma poco adatta alla partecipazione di chi, in una società non più in regime di cristianità, è al lavoro), inizia quando già è buio, è preceduta dalla "Via Crucis" e vorrebbe essere di questa l'ultima stazione, cioè la deposizione di Gesù nel sepolcro. Una "Via crucis al Colosseo", in formato ridotto.

benedizione della campagna

L'attuale "benedizione della Campagna" è ciò che resta delle antiche Rogazioni minori. 

Tre giorni prima dell'Ascensione, il giovedì, il venerdì e il sabato, si svolgevano le Rogazioni minori, processioni nelle campagne per ottenere la benedizione del Signore affinché il lavoro dell'uomo e la terra dessero il frutto sperato. Era diffusa la credenza che quanti non vi avessero assistito da vivi sarebbero stati costretti a prendervi parte da morti.

Mons. Paolo Guerrini ricordava la trasformazione in "cerimonie cristiane di preghiera e di propiziazione del rito pagano della lustratio pagi, che era la perlustrazione per il riconoscimento dei confini del territorio del pago che i sacerdoti compivano ogni anno in primavera in veste di ufficiali pubblici dell'amministrazione del villaggio.

Difatti le processioni delle Rogazioni anticamente erano lunghissime e faticose, poiché si recavano ai confini delle pievi (più tardi delle parrocchie), cambiando ogni giorno itinerario.

Clero e popolo vi partecipavano in massa; ai partecipanti venivano distribuiti pane e vino... Ordinariamente la meta della processione era una chiesa o una cappella, dove si faceva stazione con la Messa e le esequie per i morti; la processione tornava poi alla chiesa parrocchiale donde era partita".

Oggi la processione si limita al centro storico del paese con quattro soste ai quattro punti cardinali della parrocchia da dove, fatta l'invocazione del Santi, viene impartita la benedizione con la reliquia della santa Croce

Le rogazioni del 1933

 

Diario sacro della parrocchia di Bassano Bresciano dal 1933 al 1935 - don Orazio Barezzani, parroco” , 

22 Maggio I° Giornata delle Rogazioni

La processione si incammina al Cimitero, dove cantato il Libera me Domine si da l'assoluzione ai tumuli indi si va ai morti delle Boschette e si ritorna in chiesa per via Bortolotti.

23 Maggio II° Giornata  

La processione partendo dalla parrocchia passa per via Martinengo, poi via Umberto I° - al termine della via si fa la rituale benedizione - di poi la processione ripiegandosi su di se stessa ripete la medesima via e termina in chiesa.

24 Maggio III° Giornata

La processione partendo dalla Parrocchia percorre via S. Michele e facendo un circolo termina in Parrocchia

 

Barezzani don Orazio, nato a Quinzano nel 1888, ordinato sacerdote a Cremona nel 1915, poco prima dell’inizio della guerra. E’ morto nel 1942 a soli 54 anni e 27 di sacerdozio a Bassano Bresciano. Era parroco da 12 anni. In precedenza era stato curato di Ludriano e parroco di Costa Gargnano dal 1915 al 1930. Sepolto nel cimitero di Bassano.

   
   

la processione del Corpus Domini

 

Il Corpus Domini, festa eucaristica, istituita nel secolo XIII, ripete in modo più solenne la commemorazione del Giovedì Santo. Caratteristica manifestazione di questa festa è la processione che segue la Messa e che fu una delle più sentite cerimonie religiose popolari. La festa è stata introdotta a Brescia sulla fine del secolo XIV, sotto il dominio visconteo, e subito assunse un'importanza e una solennità eccezionali nella vita religiosa dei bresciani: il comune, le corporazione delle arti e dei mestieri, le autorità governative andavano a gara col Vescovo e col clero nel disporre una manifetazione grandiosa e la processione prendeva il carattere di una apoteosi dell'Eucaristia.  

A metà del secolo XV è stata anche eretta, in Brescia, una chiesa in onore del SS. Corpo e Sangue di Cristo o Corpus Domini o S. Cristo. S. Cristo è stato completamente restaurato e vale la pena visitarlo.